Los seres humanos creamos culturas. Observamos, pensamos, imaginamos, obramos, comunicamos nuestras experiencias... Somos variados. Construimos nuestra "realidad". Fabricamos opiniones y maneras distintas de narrar nuestras vivencias. Este espacio expone estudios y trabajos del campo de la antropología del bienestar y la salud así como de la antropología de la naturaleza, sus componentes y sus leyes mostrando diversas concepciones y acciones que en esos terrenos se pueden dar y llevar a cabo en las culturas y sociedades del mundo.

Foto: "Águila peleando con serpiente". Tatuaje clásico del artista: Alvar Mena (La barbería tatuajes. Salamanca)

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SEGUNDA ETAPA

domingo, 26 de octubre de 2014

Una visión particular del binomio salud-enfermedad así como de los modos de atención. Entrevista al Dr. israelí Nader Butto, por Francesco Di Ludovico.

Unas palabras previas.

Nos es grato traer a estas páginas las palabras de una persona, profesional de la salud, que además nos muestra una visión muy particular e interesante de lo que entendemos en la convención generalizada de la cultura occidental como salud-enfermedad-curación. La antropología médica es una ciencia que tiene la misión de estudiar e indagar en las distintas maneras que tienen los humanos de entender y atender en salud-bienestar. Es deber, pues, del antropólogo de la salud acercarse a la comprensión de dichas maneras, que son formas culturales de hombres y mujeres de todas las sociedades del planeta (acercarse a esa comprensión a partir de las informaciones y explicaciones que los propios miembros de las culturas nos dan). No nos posicionamos a favor o en contra de ninguna. Esa no es nuestra misión. Nuestra obligación es dar cuenta de la existencia y vitalidad de ellas como creaciones dentro de la cultura, cuya misión es organizar a los seres humanos frente a los problemas de salud y el "infortunio" en la sociedad y en la naturaleza. Desde la antropología médica no establecemos categorías ni lista unidireccional de "top 10" en modos de solucionar los problemas de salud de las personas. Entendemos que los seres humanos de cada cultura-sociedad crean sus propios caminos de "progreso" y organizan su presente de acuerdo a su herencia cultural y sus bases tradicionales e ideológico-identitarias. Consideramos que las concepciones evolucionistas de la historia de la "medicina" son un modo más de estudiar el mundo y la vida (para algunos, esa posición de estudio es incorrecta). Desde la antropología médica nos parece ilógico, erróneo y etnocentrista considerar que los modos de curar de pueblos tradicionales-naturalistas son formas anticuadas equiparables a formas precientíficas de la medicina occidental convencional. La concepción evolucionista del "progreso médico" sólo es otra forma más de imposición académico-política de la cultura occidental-convencional, dominante en el mundo.
En conclusión, desde la antropología médica es nuestro deber mostrar modos diferentes y variados de entender el mundo y las cosas; en este caso, la salud, la enfermedad y las maneras de afrontar los problemas de bienestar entendido en sentido amplio, de la personas de los distintos grupos humanos en relación con su entorno.
El Dr. Di Ludovico trae en esta ocasión el pensamiento y del Dr N. Butto a través de una interesante entrevista realizada al médico israelita cuyas ideas dan un giro a la manera convencional de entender lo que somos y nuestras interacciones de bienestar (A. J. Aparicio Mena).


                                                Dr. Nader Butto

Presentazione.

     Il dottor Nader Butto è un medico cardiologo israeliano; si è laureato in medicina e chirurgia a Torino e si è poi successivamente specializzato in cardiologia in Israele dove attualmente risiede e pratica la cardiologia invasiva al Rabin Medical Center a Petah Tikva.
Attraverso una lunga ricerca sull’anima umana ha sviluppato un suo personale metodo chiamato “Il metodo del dott Nader Butto”, che integra la medicina convenzionale con discipline millenarie orientali, basate sul modello energetico; e vi aggiunge l’aspetto psicologico come radice delle alterazioni patologiche fisiche.   
     Il dottor Nader Butto propone un sistema scientifico del tutto innovativo di interpretazione della vita, degli eventi, dei fenomeni fisici del microcosmo e del macrocosmo, della malattia, della salute e della felicità.
     Il suo obbiettivo è  portarci ad una sempre maggiore consapevolezza e liberazione dalla sofferenza da ciò che per mancanza di conoscenza o per errata interpretazione e concezione crediamo possa essere il nostro il bene o il nostro male. 
     Approfondendo questo suo metodo rileviamo come la natura del nostro Essere (la sola che può portarci alla vera felicità duratura e indipendente dagli eventi e dagli altri), sia da ricercare nelle uniche preziosissime qualità della nostra anima umana, che il dottor Butto ha analizzato e descritto, così come già accennato dai  più grandi filosofi greci quali Socrate e Platone. Concetti, questi, trattati anche nelle più profonde e mistiche interpretazioni dei testi sacri quali la Bibbia, la Torah, il Talmud e il Corano e riprendono anche ciò che il Buddha Shakyamuni ha sperimentato in vita per poi espandere  al mondo, cioè i principi base della saggia filosofia buddista.
     Una delle caratteristiche più interessanti del Metodo del dottor Nader Butto, dal punto di vista clinico, è senz’altro la specifica correlazione tra conflitti psicologici e organi malati, che anni di esperienza medica ospedaliera gli hanno consentito di definire con precisione e acutezza.
     Il Metodo del dottor Nader Butto di Medicina Unificante è un nuovo e rivoluzionario approccio diagnostico e terapeutico, nel quale il dottor Butto cerca di realizzare una fusione tra diversi aspetti della vita umana, che vanno dalla psicologia al corpo fisico, passando attraverso lo stato energetico-sprituale.
      Molti anni di pratica medica gli hanno consentito di acquisire una profonda conoscenza nell’ambito del corpo umano e di comprendere con maggior precisione la differenza tra mente e anima, e tra anima e spirito.
      L’elemento fondamentale del Metodo è la comprensione e la descrizione dell’energia che anima il nostro corpo fisico e che gli conferisce vita e vitalità, che non è altro che l’anima. Ma per poter comprendere più a fondo la realtà dell’ “anima” bisogna innanzitutto conoscere le caratteristiche di questa energia dal punto di vista scientifico.
     Nader Butto, infatti, ha studiato l’energia cosmica e le sue caratteristiche in maniera del tutto scientifica, ispirandosi a Wilhelm Reich e aggiungendo a questi studi, alcune sue esperienze acquisite tramite l’utilizzo del Settimo Senso, strumento per l’approfondimento della vera essenza dell’essere umano.
     Nel trattare questi argomenti è imprescindibile la comprensione del passaggio e della trasformazione dell’energia in materia e viceversa, attraverso lo studio della fisica quantistica. Nader Butto ha quindi elaborato un modello energetico dinamico-funzionale semplice, che chiarisce finalmente le diverse leggi fisiche universali che dirigono la nostra vita a livello fisico, mentale e spirituale.
     Le basi quantistiche del metodo, hanno portato il dottor Butto a realizzare anche un sistema di risoluzione rapida dei conflitti emotivi che scatenano paure, ansie e fobie. Questo sistema che ha chiamato FEEL (Fast Emotional Elaboration e Liberation) ci  consente di risolvere velocemente i conflitti emozionali bloccati, che molto spesso hanno limitato la qualità della vita dell’individuo per anni.
     Altra tecnica terapeutica elaborata dal dottor Butto è il Lavaggio Energetico-Emozionale, con il quale, agendo sul corpo fisico, si possono liberare i conflitti psicologici primordiali alla base delle patologie, e portare quindi l’anima alla liberazione dalle deviazioni del proprio cammino di vita. Con l'aiuto di specifici esercizi e  con l’autolavaggio, si potrà mantenere l’apertura di chakra e dei meridiani.
     Il dottor Nader Butto ha anche elaborato una Teoria Universale Unificante, che conduce ad un’unica verità universale. Essa porta a concludere che la vera forza evolutiva verso la felicità e la realizzazione di ogni singolo individuo e dell’Universo, sia da ricercare nell’amore e nella sua forza: è il mezzo per raggiungere l'illuminazione e la liberazione dalla sofferenza. La realizzazione della completa guarigione del corpo e della mente, ovvero quello stato di saggezza suprema e perfetta, in cui l’anima è illimitata e non separata da tutte le cose. Dove tutte le cose vengono percepite come espressione del Tutto  senza tempo dell’anima stessa.

     Intervista.

Ci parli, in breve, del Suo Metodo
     È un metodo basato su modello sistemico, dove molteplici fattori (biologici, psicologici, spirituali e sociali) sono visti come interconnessi. È basato su sette leggi universali che dirigono il tutto dal macro fino al micro, e considera l’uomo come una diretta espressione di questi leggi.
Da questo modello si è sviluppata una medicina integrativa unificante che considera l’essere umano una integrazione di corpo, psiche e anima, e che è in grado di unire mezzi terapeutici fisici moderni con altri antichi che hanno superato l’esame del tempo e hanno dimostrato la loro efficacia e affidabilità scientifica. Si basa sulla salute e guarigione, e non solo su malattia e trattamenti, e mette l’accento sul mantenimento della salute e la prevenzione, per ottenere il benessere fisico, psichico, spirituale e sociale come è stato definito dall’OMS.
È una medicina che riesce a integrare i trattamenti più moderni basati sulla fisica, la matematica, la tecnologia e le statistiche (i quali prendono in considerazione principalmente il corpo fisico) con metodi terapeutici derivati ​​da antiche filosofie che prendono, invece, soprattutto in considerazione gli aspetti emotivi e spirituali provenienti da culture e che sono sopravvissuti alla prova del tempo, i quali hanno dimostrato la loro efficacia e affidabilità.
È un cambiamento radicale dal paradigma attuale della medicina, che aggiunge la psicologia nell'ambito medico e la spiritualità nell'ambito della psicologia.
Il punto centrale del nostro modello, basato sulla concezione che l’essenza dell’uomo è spirituale, considera la vita come una opportunità di evoluzione spirituale; lo scopo della vita quindi è quello di fare un aggiornamento attraverso l’esplorazione di nuovi orizzonti. Le difficoltà, gli ostacoli, i conflitti e i problemi sono degli stimoli di crescita; la sofferenza psicologica e la malattia fisica sono un segnale di non accettazione e ignoranza del vero scopo della vita; la felicità, invece, è il segnale che stiamo perseguendo la via retta.


Che relazione c'è tra Energia, coscienza, pensiero e realtà?

     Ci sono due livelli dei realtà: il primo è quello della realtà del mondo fisico, la quale è comandata dalla legge di causa ed effetto (su cui si basano la nostra logica e la scienza moderna). Il secondo è quello dei sentimenti, dell'intuizione e della spiritualità, sottostanti alle leggi della sincronicità e su cui si basano la religione e la filosofia. Paradossalmente, la maggior parte della nostra realtà si trova nell’ambito energetico dello spirito dove risiedono i nostri pensieri, l'immaginazione, le fantasie, i sogni. La realtà fisica è una manifestazione di una frazione della realtà energetica spirituale. L’informazione presente nell’aspetto energetico appartiene alla dimensione quantica; dimensione che informa la materia su come deve comportarsi dal punto di vista strutturale e funzionale. La fonte della coscienza appartiene quindi alla dimensione quantica, che corrisponde perfettamente a quella spirituale. Lo spirito non è altro che uno stato quantico con una informazione precisa che quando “anima” il corpo lo rende cosciente del suo stato ed intelligente per poter affrontare le difficoltà della sopravvivenza.  
Il parallelismo fra materia e anti-materia, accettato dalla fisica moderna, ci permette di comprendere più facilmente che l’anima non è altro che l’anti-materia del corpo fisico e che le diverse frequenze d’onda dell’energia dell’anima corrispondono all’antimateria degli elementi costituenti il corpo fisico. Ci sono tre tipi di energie che vengono differenziati dalla loro frequenza: il primo tipo appartiene all’energia magnetica e viene chiamata "anima animale": ad esso appartengono gli istinti della sopravvivenza; è la ragione della vita e delle emozioni e rappresenta la motivazione primaria nella vita.
Gli altri due tipi appartengono, invece, alla dimensione quantica e rappresentano i due poli di tale dimensione. Dal polo positivo proviene l’anima umana presente esclusivamente negli essere umani: è la fonte della consapevolezza, dell’identità, del sapere trascendentale, la molla dell’amore e della compassione che ricerca  il significato, lo scopo e la verità nella vita; e lo spirito guida che appartiene al mondo dei geni: è la sede dell’intelligenza intuitiva, della morale e della religione che ricerca convinzioni profonde e valori.
Questa divisione ci permette di capire la radice della diversità fra la medicina convenzionale e le discipline terapeutiche alternative e psicologiche. Infatti, ogni disciplina ha preso in considerazione una parte della realtà dell’essenza umana. La medicina convenzionale si è occupata solamente del corpo fisico; la medicina cinese e ayurvedica oltre al corpo fisico prendono in considerazione anche la mente e l’anima ed in particolare l’energia dell’anima animale; la psicologia e la reincarnazione, invece, prendono in considerazione l’aspetto legato all’anima umana; mentre la psichiatria, l’ipnosi, la preghiera e l’esorcismo trattano soprattutto l’aspetto legato allo spirito guida e al mondo dei geni e demoni.
Nel corso della storia, è stato riconosciuto che la mente umana è capace di tre tipi di conoscenza, o tre modi di coscienza, che sono stati spesso definiti razionali, emotivi ed intuitivi, e sono stati tradizionalmente associati con la scienza, l'arte e la religione, rispettivamente.


Perché è importante la spiritualità?

     Il concetto di spiritualità è un aspetto complesso e astratto dell’essere umano, ed è la parte essenziale di tutte le persone. I bisogni spirituali sono universali, sperimentati e interpretati da ognuno in modo unico, a prescindere dall’appartenenza o meno ad una religione o ad un credo di qualsiasi tipo. La fede nella spiritualità incide sull’interpretazione che una persona ha della vita, dalla nascita alla morte, dal valore che dà a sé stesso fino alla propria filosofia di vita.
La spiritualità riflette le ipotesi metafisiche che sottolineano il bisogno, da parte dell’individuo, della ricerca del significato e di uno scopo, per sviluppare la consapevolezza, la elevazione del pensiero, il sapere trascendentale e la creatività, e per accrescere la compassione e l’amore incondizionato per poter arrivare all’auto-realizzazione e finalmente raggiungere la illuminazione.
Abbiamo bisogno di spiritualità perché la ricerca empirica conferma che la spiritualità è un processo che dura quanto la vita e influenza la qualità di questa, la salute, la guarigione e la malattia. I bisogni spirituali di una persona aumentano durante gli episodi critici della sua vita, e la spiritualità acquisisce nuovi significati per il malato anziano o per il malato terminale.
Attraverso due canali, la medicina e la religione, gli esseri umani si cimentano con le comuni questioni riguardo all’infermità, alla sofferenza, alla solitudine, alla disperazione e alla morte, allorquando, durante le crisi causate dalla malattia, sono alla ricerca di speranza, significato e valore personale.
A livello personale, è importante che gli individui intraprendano le professioni di cura con un senso di vocazione e di compassione. Non si possono vedere solo come una carriera o un affare. Il fatto di comprendere il ruolo che la spiritualità può svolgere nel campo della medicina, porta una nuova dimensione e significato al trattamento svolto da medici e operatori della salute. La ricerca ha dimostrato che se un paziente si sente a proprio agio con il proprio medico o professionista, ciò facilita il processo di guarigione.


Quale è la Sua "cosmovisione" (cioè come vede Lei il mondo e i fatti del mondo, tra cui l'Uomo...)?

     Questo modello ci conduce a comprendere come tutto ciò che ci appartiene e che ci circonda sia dunque strettamente interconnesso e interdipendente e crei correlazioni dirette, così come per la causa e l’effetto, così per tutto ciò che ci riguarda sia a livello fisico che emotivo e spirituale, sia a livello macroscopico che microscopico.
Da questa visione è sviluppata la medicina unificante integrativa.  È un sistema medico che integra i diversi aspetti della nostra vita in un unico modello sistemico che considera il tutto interconnesso con una rete informativa quantica.
Questo sistema è basato su una teoria universale unificante fondata su sette leggi universali che permette di descrivere con alta precisione la maggior parte dei fenomeni in natura e di conseguenza permette anche la previsione del futuro. Nel modello unificante diventa più difficile fare una separazione fra corpo e psiche, poiché ambedue sono una espressione dell’energia dell’anima che modella e dirige sia la struttura del corpo che la funzione della psiche. Non possiamo parlare di una cellula senza parlare del campo magneto-elettrico che organizza e dirige le funzioni metaboliche, genetiche e fisiologiche della cellula. L’insieme dei campi di tutte le cellule degli organi emergono per formare un unico campo magneto-elettrico dell’organo che sarà differenziato da altri organi e caratterizzato da uno dei sessantaquattro codici. L’interazione fra il campo magneto-elettrico dell'organo con il resto di tutti gli organi e con l’ambiente esterno è guidato dal codice dell’organo che definisce la coscienza dell’organo. Il principio della risonanza permette di attivare la coscienza quando sono risonante, quindi provoca una interferenza di onde costruttiva o una mancanza di reazione quando non sono risonante (quindi neutro). La dissonanza crea una coscienza negativa quindi un senso di disagio a causa dell’interferenza di onde distruttiva. Questa interazione crea delle sensazioni fisiche, poiché le cellulare si espandono quando c’è interferenza costruttiva e, di contro, si contraggono di fronte alle interferenze distruttive. Il sistema nervoso centrale percepisce queste interazioni e le colloca, sempre per il principio di risonanza, con esperienze precedenti e vengono interpretate come emozione. Infatti, queste emozioni possono essere positive,  negative o neutre.


Perché è importante conoscere la fisica quantistica?

     Siamo di fronte ad un paradigma scientifico emergente che offre risposte più soddisfacenti, soprattutto in direzione dell’integrazione delle maggiori conoscenze scientifiche in un unico modello sistemico. La fisica quantistica, ci insegna che l’unica realtà assoluta e quella del campo quantico, dal quale nasce tutto quello che energia alle sue diversi forme e materia. La materia quindi è una condensazione dell’energia del campo che si manifesta con una certa quantità e frequenza specifica.  
Accettiamo il modello meccanicista-determinista come base che descrive con successo la dimensione fisica, ma non si ferma ad interpretare l'essere umano e dei fenomeni ad esso associati in termine fisici, tanti cose sono aggiunti nel modello scientifico, la fisica quantistica da tanto già che ci insegna che il corpo è energia e circondata da campo energetico con una certa frequenza di vibrazione.
La fisica quantistica ci permette di unire concetti di scienza moderna per capire meglio il concetto di energia trattato in discipline antiche come la medicina ayurvedica, medicina cinese e molto altro ancora ed integrarlo in un unico mosaico, che conferisce universalità alla visione della vita ed all'interpretazione della malattia. Questo ci permette di convertire concetti filosofici e mistici in concetti scientifici e matematici.


-- Il "settimo senso": che cos'è?
     
     Il settimo senso è una percezione extra-sensoriale  fondata  sulla nostra capacità d'interagire con l'energia del campo quantistico della persona in esame: esso ci consente  di captare informazione sul suo stato energetico (blocchi nei chakra e meridiani), e di  arrivare ai conflitti psicologici (considerati come la causa del blocco energetico),  quindi di trarre informazione  sulla salute fisica( in quanto  la malattia fisica è la conseguenza del blocco energetico causato del conflitto psicologico).
Lo sviluppo del settimo senso è raggiungibile da tutti attraverso la pratica della tecnica dell'ammiccamento che viene insegnata nei seminari, togliendo in questa maniera l’aura dello speciale o estraordinario, rendono in questa maniera disponibile a tutte i professionali della salute fisica e psichica.


-- Il pensiero/psiche come è determinante per la salute e per lo sviluppo della malattia?
     L'influenza psicologica sul corpo fisico è indiscutibile, ma finora non ha avuto, da parte della medicina convenzionale e quindi dagli scienziati ortodossi, la sufficiente attenzione e cura per essere considerata una parte importante della medicina occidentale; anzi, direi che esiste da una parte una specie di resistenza inconscia al cambiamento e al non conosciuto e dall'altra una certa difficoltà di comprensione di una "misteriosa energia" che anima il corpo e della sua azione sul corpo fisico. Infatti, la medicina occidentale, nonostante l’indiscutibile influenza della psiche sul corpo, nel corso dei secoli, ha tenuto sempre pressoché separati questi due aspetti della natura umana, ad eccezione di qualche raro caso. Soltanto negli ultimi anni il rapporto tra lo stress e la malattia fisica ha incominciato ad essere preso in seria considerazione dalla medicina ufficiale la quale, però ancora oggi, è estremamente lontana dallo scorgere il preciso legame che intercorre tra uno specifico trauma psicologico e la relativa forma di malattia.
il fattore psicologico agisce sia sul corpo fisico che sull’aspetto energetico che include la disponibilità energetica per le funzione fisiologiche valutata attraverso lo stress ossidativo che blocco su centri energetici e meridiani ed organi.
Una delle peculiarità più interessanti dal punto di vista clinico è senz’altro la specifica correlazione tra organi ammalati e conflitti psicologici che vi si trovano alla base, che tre decade di esperienza medica ospedaliera mi hanno consentito di definire con precisione la causa specifica della sofferenza psicologica e della malattia fisica.
La elaborazione psicologica ha lo scopo di portare alla consapevolezza che la sofferenza psicologica e la malattia fisica non sono altro che il messaggio dell'anima che indica al soggetto il punto di deviazione dal suo cammino evolutivo e gli esame che devono essere superati al fine di sentirsi realizzato e felice.

-- Che cosa intende per "salute"?

     Per salute intendiamo quello che è stato descritto nella Costituzione dell'OMS, come uno "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia", la buona salute è la precondizione per il benessere e la qualità della vita. Questa definizione risale al 1948 ma, a distanza di quasi sessant'anni, non si è ancora affermata a pieno. Stando a questa definizione, potremmo ben dire, infatti, che al giorno d'oggi ben poche persone godono di perfetta salute. Come stabilito nel 1998 dalla dichiarazione della Sanità Mondiale, godere di un buono stato di salute costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. È un interesse collettivo mantenere lo stato di salute per nutrire e allungare la vita, e prevenire le malattie, piuttosto che combatterle dopo essere state generate dal dolore - entrambi al  costo di un processo più d’effetto e molto più positivo.
L’organismo dell’uomo, come tutte le creature viventi, ha nel suo istinto primordiale proprio il mantenimento e il recupero dello stato di salute attraverso l'omeostasi. Possiamo dare una nuova definizione all’'omeostasi: è l’equilibrio dinamico dovuto ad uno stato di risonanza fra l’energia che anima il corpo e la costituzione biologica, il quale permette di mantenere il sistema funzionare in pieno ordine con minime di spese energetiche.
In questo stato di omeostasi, la persona si trova in equilibrio in tutte le sue funzioni vegetative, di conseguenza tutte le cellule hanno come obiettivo lo stato di salute. Possiamo quindi ridefinire lo stato di salute come: uno stato risonanza fra lo stato psicospirituale (l’anima) e il corpo fisico, nel quale il sistema difensivo è in grado di affrontare gli stimoli esterni ed interni in maniera efficiente da riportare lo stato di omeostasi.

-- Che cosa intende per "malattia"?

     Secondo la nostra visione, l'insorgenza della malattia non è un sbaglio della natura ma segue le legge della natura ed è spiegabile con termine fisici come risonanza e dissonanza. La risonanza provoca interferenza di onde costruttivo ed impedisce l’entropia, mentre la dissonanza porta all’interferenze di onde distruttivo, abbassamento della vitalità ed aumento dell’entropia che inevitabilmente porta allo sviluppo della malattia. Risonanza o dissonanza avviene fra l’energia del campo magneto-elettrico che anima tutto il corpo e il campo elettromagnetico degli organi, tessuti e cellule.
Possiamo predefinire la malattia prendendo in considerazione la dimensione psicospirituale ed omeostasi:
La malattia è uno stato di dissonanza fra lo stato psicospirituale e il corpo fisico, provocato da uno stimolo esterno o interno ad intensità tale che supera la capacità del sistema difensivo per riportare lo stato di omeostasi.
La malattia è un segnale di un blocco energetico provocato da un conflitto psicologico non risolto. Quindi dietro una malattia c’è un potenziale di apprendimento che dobbiamo individuare durante la diagnosi della malattia.

-- Quale è il Suo approccio alla terapia?

     Il nostro obiettivo come medici, psicologi e terapeuti è quello di creare una medicina in grado di mantenere la salute con la realizzazione del piano fisico, emotivo, del benessere spirituale e sociale e porre l'accento sulla prevenzione.
La medicina convenzionale e la medicina complementare sono come due facce della stessa medaglia, due poli di un sistema, in cui ognuno di essi è di complemento all'altro per formare un tutto completo.
Il medico che lavora secondo questo modello cura il paziente e lo guida verso la guarigione tenendo presente che la salute non è una condizione statica della vita ma rappresenta un equilibrio di flusso con processi di regolazione biologici ed energetici che tendono al benessere strutturale, funzionale ed emozionale; tale equilibrio deve costantemente reagire alle variazioni ed stimoli interne ed esterne.
Questo modello coinvolge il paziente e il medico nel fornire una speciale attenzione ai fattori che influiscono sulla qualità della vita come le costituzioni, la dieta, gli esercizi fisici, l’attività sessuale, la qualità del riposo e del sonno e la natura del rapporto con gli altri, ma soprattutto nell’essere consapevoli del proprio cammino evolutivo spirituale. Nel momento in cui l’individuo è in equilibrio in tutte le sue funzioni vegetative, mentali e spirituali, è un essere nel quale tutte le cellule hanno come obiettivo lo stato di salute. L’organismo dell’uomo, come tutte le creature viventi, ha nel suo istinto primordiale proprio il mantenimento e il recupero dello stato di salute.
La terapia prende in considerazione non solo i disturbi fisici della persona ma un qualcosa che sta molto prima della loro manifestazioni. Infatti, il processo terapeutico dovrebbe prendere in considerazione i seguenti punti:
1. La costituzione: Personalità, cibo adatto, professione, attività fisica e sessuale ecc.
2. Conflitti psicologici causanti il blocco energetico
3. Blocchi energetici dei centri energetici e dei meridiani
4. Elaborazione del conflitto psicologico con il FEEL (fast emotional elaboration and liberation).
5. TTRT (trans temporal regression technique) per conflitti di vite passate
6. Lavaggio energetico-emozionale (LEE)
7. Autolavaggio per il mantenimento e prevenzione
Il riaffiorare del ricordo cosciente però non è sufficiente e non è nemmeno necessario per la guarigione che, con il lavaggio energetico-emozionale LEE, può avvenire anche a livelli molto più profondi.
Il lavaggio energetico-emozionale LEE è un mezzo terapeutico potentissimo in grado di riportare allo stato di risonanza fra l’energia che anima il corpo e il corpo fisico, ridurre lo stress.
Il nostro intervento quindi non ha lo scopo di trattare sintomi, nemmeno curare malattie, bensì di liberare la persona dalle proprie limitazioni conflittuali e dai blocchi energetici, permettendole di completare il processo d’apprendimento, affinché possa riprendere il proprio cammino spirituale, realizzare il proprio destino e riprendere l'armonia psico-fisico-spirituale e sentirsi felice nonostante gli ostacoli della vita. Finalmente: permettere di percepire le difficoltà come uno stimolo di crescita e la realtà in maniera costruttiva, che porti al senso di autorealizzazione, amore, libertà e felicità.  


-- Quali corsi consiglia di frequentare per poter aiutare l'evoluzione umana o la salute ed essere aiutati? 

     Il Metodo del Dottor Nader Butto, che attualmente viene insegnato in Italia e all’estero solo dal dottore stesso, comprende un nuovo programma di formazione suddiviso in sei seminari,  rivolti a tutti coloro interessati agli argomenti esposti sia per un percorso personale che professionale. I primi due seminari verranno svolti in tutte le sedi d'Italia, e si potrà partecipare al secondo seminario solo se si avrà preso parte al primo.
Le persone interessate ad approfondire e a seguire il metodo potranno partecipare agli altri seminari (il terzo, il quarto e il quinto), che verranno svolti solamente nelle sedi di Padova,  Trento e  Toscana e che saranno sempre l’uno propedeutico del successivo, così che chi vorrà apprendere gli insegnamenti del quinto corso dovrà necessariamente aver frequentato tutti gli altri precedenti. Il sesto corso è un percorso spirituale, e viene svolto attualmente in Brasile. Nelle sedi di Padova, Toscana e Torino  il metodo è stato interamente accreditato ECM per medici, psicologi e fisioterapisti.


-- Quali letture ci consiglia come imprescindibili?

     Penso che per approfondire e per capire il mio metodo è consigliabile la lettura dei seguenti miei libri: 
- "Il Settimo Senso - Un  nuovo e rivoluzionario approccio terapeutico", Edizioni Mediterranee, Roma, Italia, 1998;  
- "Medicina Universale e il Settimo Senso". Edizioni Mediterranee, Roma, Italia, 2004;
- "Il Codice Umano - Un nuovo metodo per le tipologie costituzionali", 2009;
- "Il Codice Umano –Costituzione, Temperamento e Sessualità": una guida pratica alle compatibilità nelle relazioni, 2009;
- " Il lavaggio Energetico-Emozionale".

lunes, 25 de agosto de 2014

"IN XOCHITL IN CUÍCATL" (Flor y Canto). Sobre las palabras que sanan.

Autor: Oscar Adrián Tapia Velázquez.

(Licenciado en Pedagogía por la UNAM. Profesor de italiano y profesor de inglés en la Universidad Tecmilenio de la Ciudad de México y Universidad Aliat ETAC en el Estado de México. Como traductor de libros, destacamos el reciente título aparecido y presentado en nuestro blog: "The limpia in the mesoamerican ethnomedicines" (Aparicio & Di Ludovico, Bubok Publishing). Es un investigador interesado por las cuestiones sociales y especialmente por las de su medio, prestando importancia al aspecto del bienestar y a los distintos modos de entenderse en culturas diversas).


"IN XOCHITL IN CUÍCATL"
(Flor y Canto)
Sobre las palabras que sanan…

“La más destructiva de todas las armas no es la espada 
ni el cañón, los cuales pueden herir el cuerpo o demoler un muro.
La más terrible de todas las armas es la palabra,
la cual puede arruinar una vida sin dejar rastro de sangre y,
cuyas heridas nunca sanan.
Déjanos ser, entonces, maestros de nuestra lengua y
no esclavos de nuestras palabras”.
(Paulo Coelho. El manuscrito encontrado en Accra)


Estas líneas quieren ser un punto de reunión en el que se encuentren algunas de las palabras más bellas de la literatura nativa mesoamericana, en particular de la poesía náhuatl. Así como de la herencia literaria hispanoamericana que nos deja la experiencia de la convivencia con nativos mesoamericanos, esto, por medio de un cuento de Gabriel García Márquez: “Un hombre muy viejo con unas alas enormes” que resume muy bien la experiencia de los choques culturales. Hoy en día es importante abrirse a lo diverso puesto que en la diversidad se hallan versos y palabras que pueden sanar más allá del cuerpo y sus males, la palabra sana el “alma” que muchas veces herida va en detrimento de la salud.
La elección ha sido tomada de forma arbitraria porque la riqueza lingüística de los nativos mexicanos y la tradición literaria hispanoamericana son vastas y no se podría elegir una sola de ellas.
Es un hecho conocido que la poesía náhuatl goza de una gran difusión en el contexto mexicano actual, las interpretaciones y explicaciones que se han hecho de ella responden a cuidadosos estudios de lingüistas, antropólogos, historiadores, etc., por lo cual se considera oportuno dejar pasar aquí, con las palabras admirables, un poco de bienestar a quien participe de esta lectura.
Se propone a continuación un breve pero completo análisis sobre la importancia de la palabra (sobre todo oral) para los nativos, quienes plasmaban en sus cantos, versos y poesías, toda la experiencia y emociones agraciadas de su fúlgida cosmovisión. A través de cuatro poesías el lector tendrá la posibilidad de sumergirse en su melodiosa rima, de identificar experiencia de vida, de adoptar por medio de la apacible aceptación y reflexión las enseñanzas de antiguos mexicanos que supieron figurar las inquietudes de las personas, aquéllas que nos forjan como sujetos. Además de la descripción de un cuento contemporáneo que por medio de alusiones metafóricas como las encontradas en la poesía náhuatl nos habla sobre encuentros.
Por medio de la palabra, se exhorta al lector a encontrar en sí mismo la cura a los males que le aquejen. Pero, ¿qué tan importante es la poesía, la metáfora, el canto, la palabra melodiosa para las culturas originarias mesoamericanas?
No cabe duda que es primordial. A pesar de que por tradición, la lengua escrita en náhuatl no había sido cardinal sino en los últimos tiempos puesto que se sabe que la escritura pictográfica e ideográfica ocupaba un lugar primario en los rituales religiosos, en los acontecimientos sociales, en la sucesión de gobernantes, por lo que la tradición de la trasmisión oral era promovida sobre la escrita. Lo anterior no tiene nada de malo, más responde a una percepción distinta de la vida.
El universo simbólico representado en la tradición oral-escrita de la poesía en lengua nativa nos habla sobre el orgullo étnico que abate las barreras del pensamiento común; muchas veces interpretar la poesía nativa en otra lengua (como el castellano) puede ser una tarea difícil. Esto porque de acuerdo a estudiosos del tema, el orden morfosintáctico; es decir, el orden de las palabras en la cadena de oraciones, puede ser muy diferente. El náhuatl por ejemplo, posee un alto y complejo sistema semántico cargado de alusiones, lo cual nos habla de su cosmovisión, posee un número importante de arcaísmos lingüísticos inexistentes en otro idioma lo que los hace casi intraducibles en alguna lengua moderna. Esto nos remonta a su discurso ceremonial milenario con el cual representaban sus “oraciones-rezos”, que más bien eran cantos- poesía.
El discurso que es representado en la poesía náhuatl deja entrever el sentido axiológico del hombre que es un ser en concordancia con su “espíritu” más sagrado. “In xochitl in cuícatl” simboliza la esencia de la poesía indígena, aquélla que va encaminada hacia la observación de la naturaleza, tanto la circundante foresta como la naturaleza humana con todos los bemoles de las emociones que nos regala la vida.


Dar un rumbo al corazón

"¿Qué era lo que acaso tu mente hallaba?
¿Dónde andaba tu corazón?
Por esto das tu corazón a cada cosa,
sin rumbo lo llevas: vas destruyendo tu corazón.
Sobre la tierra, ¿acaso puedes ir en pos de algo?".

Moyolhuica

"¿Tle in mach tiquilnamiquia?
¿Can mach in nemia′n moyollo?
Ic timoyol cecenmana.
Ahuicpa tic huica: timoyolpopoloa.
¿In tlalticpac can mach ti itlatiuh?

“Sobre la tierra, ¿acaso puedes ir en pos de algo?” Puedes ir sobre los actos bondadosos, centrarte en aquellas cosas que poseen un sentido verdadero: la familia, los amigos, la verdad con uno mismo. Por medio de su lengua, (como lo hacemos nosotros) los nativos manifestaban la carga de valores que les son atribuibles.
Es oportuno recordar que durante la “conquista” de las Américas se usó en efecto la lengua castellana como idioma para la evangelización, aunque en este caso el propósito real fue la suplantación de los ideales indígenas en aras de impulsar la economía mercantil de la corona española; por ello, es preciso observar dónde anda tu corazón, no permitir que la mente, la razón (sinrazón) se imponga sobre la cosa más importante de la vida: el amor.
Cierto es que no todo es blanco y negro durante este periodo del origen mestizo mexicano, puesto que existió un autor que valorizó la gran importancia de la cosmovisión mesoamericana. Fue Fray Bernardino de Sahagún quien logró recopilar gran parte de la herencia cultural nativa en su Historia general de las cosas de la nueva España o Códice Florentino. Sin más, hoy en día se es participe del auge pujante sobre la necesidad de revalorizar una visión ancestral que va en concomitancia con la imperiosa búsqueda de valores universales: el mundo no requiere más gente “exitosa” desde la visión capitalista sino personas que se donen a los otros; por medio de las palabras plasmadas en poesía y un exhaustivo pero gratificante esfuerzo podemos comprender cosmogonías ancestrales.

Flor y canto: Recuerdo del hombre en la tierra

¿Sólo así he de irme
como las flores que perecieron?
¿Nada quedará de mi nombre?
¿Nada quedará de mi fama aquí en la tierra?
¡Al menos flores, al menos cantos!
¿Qué podrá hacer mi corazón?
En vano hemos llegado,
en vano hemos brotado en la tierra.

Ma nel xóchitl, ma nel cuicatl

¿Zan ca iuhquin o yaz
in ompopoliuh xochitla?
¿An tle notleyo yez in quenmanian?
¿An tle nitauhca yez in tlalticpac?
¡Ma nel xochitl, ma nel cuicatl:
¿Quen conchihuaz noyollo yehua?
0 nen tacico,
tonquizaco in tlalticpac.

Por ello, que no se haga de nuestro paso por la tierra una estadía austera: “al menos flores, al menos cantos”; es decir: al menos actos bellos, al menos palabras dulces que quedarán como un recuerdo de qué fuimos y nos dimos a los demás.
Como se ha mencionado anteriormente, la oralidad en lengua nativa representada después en cantos-poesía permite a quien la escucha y se deja seducir por sus acordes hacia espacios de reflexión, por medio de la palabra, de la repetición ceremoniosa se puede acceder a una realidad alterna que sublima a la consciencia. El ritmo, la tonalidad, incluso la carga emotiva permite a quien la declama sumergirse en la reflexión más pura, aquélla que nos habla desde el interior.
El canto-poesía del hombre precolombino era un eficiente aparato de sanación ya que por medio de las palabras bellas se demostraba la imperiosa necesidad de exaltar la armonía, de crecer como personas. Se piensa que la palabra está dotada de energía y ella es sólo el reflejo de las emociones de quien las emite. De esta manera, exclamando palabras sabias, con mesura y cadencia se es capaz de modificar la propia consciencia, asimismo, las palabras ásperas conducen no sólo a la perdición sino a la sumisión espiritual.
In Cuícatl (canto), por ejemplo, representa un manantial de vida, que fluye y como el agua transporta esencia, dona a quien declama poesía la sabiduría ancestral. Con los actos nobles: la flor (in xochitl) se conoce una cosmogonía orientada hacia el binomio hombre-naturaleza.

Fugacidad universal

"¿Acaso de verdad se vive en la tierra?
No para siempre en la tierra: sólo un poco aquí.
Aunque sea jade se quiebra.
aunque sea oro se rompe,
aunque sea plumaje de quetzal se desgarra,
no para siempre en la tierra: sólo un poco aquí′′.

An nochipa tlalticpac

¿Cuix oc nelli nemohua in tlalticpac Yhui ohuaye?
An nochipa tlalticpac: zan achica ye nican
Tel ca chalchihuitl no xamani
no teocuitlatl in tlapani
no quetzalli poztequi
An nochipa tlalticpac: zan achica ye nican

“No para siempre en la tierra: sólo un poco aquí”. Seamos participes de estas sencillas líneas que con su austeridad nos recuerdan una realidad inexorable: estamos de paso por la tierra por lo que como estrellas fugaces debemos iluminar la existencia de las personas, ofrecerles vida.
Se sabe que la lengua (idioma) surge y se desarrolla solamente en sociedad; los nativos mesoamericanos nos regalan su esencia ya que la lengua es un mecanismo sígnico que es proclive a las interpretaciones a su vez sujetas a la historicidad por lo que su significado para ellos puede distar de lo que representa para nosotros. Por ello se apela a la capacidad innata del ser humano para interpretar con base en la consciencia más sagrada las palabras del canto-poesía náhuatl.
Tal vez con ello se pueda comprender que la energía vital transportada en las palabras por ondas sonoras hacia nosotros llega más allá, hasta el corazón, sube hasta la mente, se estanca en la consciencia y la reviste de carga trascendental, de vida, desciende hasta los órganos y los impulsa a seguir adelante. El canto-poesía, no es sólo ritmo, sino que la palabra genera en nuestro interior, imágenes bellas, maximiza la creatividad, dulcifica los movimientos del cuerpo e indudablemente mejora la salud puesto que contrarresta los males. Verbalizando “el mal” ya se le está combatiendo e invitando a abandonar nuestro cuerpo.
Se considera que para comprender la poesía, sobre todo la poesía autóctona es necesario mirarla con vehemencia; es preciso segmentar las cadenas discursivas para descifrarla, es necesario un trabajo de comprensión del subtexto o del sentido que se oculta detrás del escrito.
Por otra parte, Gabriel García Márquez ya nos hablaba de los riesgos que se corren al dejarse llevar por lugares comunes. Al no reconocer la belleza (diferente) de la concepciones arcaicas se limita el propio crecimiento, se camina por una vereda completamente ciegos tratando de resolver problemas con las mismas creencias gastadas. ¿Qué sentido podría en la actualidad reabrirse a antiguas cosmovisiones?
En el cuento del mismo autor: “Un hombre muy viejo con unas alas enormes”, podemos encontrar eventos que pueden ser calificados como extraordinarios que no pertenecen a la “realidad” cotidiana que como la poesía narra eventos desgarradores, hablan sobre las inquietudes de los nativos que son nuestras también.
Precisamente en esa narración ágil puesto que existe una ruptura del tiempo lineal, se refiere a los eventos con alusiones no explícitas que permiten al lector dejar correr la imaginación; así, se puede percibir la admiración que experimentaron Elisenda y Pelayo (los personajes principales) al encontrar a un hombre con un mal estado físico el cual en un principio suscitó admiración entre la gente del pueblo puesto que pensaban que era un ángel.
Cabe destacar que la percepción de la gente acerca de su localidad, era el retrato de una tierra desolada, abandonada por las bondades de la naturaleza, a la cual hedores fétidos la acompañaban (esto representa las palabras destructivas), quizá esa misma imagen hacía que percibieran al visitante (ángel-nativo) como alguien desagradable y no como alguien que necesitaba ayuda y llegaba para darles la oportunidad de ser mejores.
Tanta fue la conmoción que causó la llegada de este “señor tan viejo” que comenzaron a abandonar la cordura por el prejuicio, sin escatimar además en divulgar rumores sobre su visita, comparándolo incluso como un ser maligno de acuerdo al padre Gonzaga. (un personaje del cuento).
En su ir y venir dificultoso, por su estrecho espacio de recreación, el ángel se acostumbró a la intolerancia de la gente, disfrazada de curiosidad por algo que ellos no alcanzaban a comprender; poco a poco las infamias a las que el ángel era sujeto dieron lugar a la más profunda soledad y abandono.
La gente sin más acabó por ignorar su presencia puesto que el ángel no era comprendido ya que no respondía a los cánones de virtud, no poseía las cualidades que la gente consideraba buenas, “normales”, era para Elisenda como para muchos otros un infierno de ángeles (nativos) que de acuerdo a su visión, no cumplía con su función angelical que era quizás la de ser un objeto de belleza inconmensurable que trae bendiciones a los fieles devotos y que además esparce sus milagros a la gente de fe.
Sin más, y para alivio de los habitantes, el ángel emprendió el vuelo sin haber conocido una verdadera comunión con aquellos seres sin alas que no le dieron otra cosa que incomprensión y migajas de solidaridad. Para alivio de la gente y de él mismo, simplemente se marchó.
Al escudriñar más a fondo en el contenido de: “Un señor muy viejo con unas alas enormes”, se puede entender que García Márquez tenía la visión de enfrentar por medio de la alusión literaria a dos mundos que son diferentes en su origen: la cultura originaria mesoamericana junto a la conquistadora europea. El ángel aquí, representa las comunidades autóctonas que con las características que le son inherentes como: cosmovisión, tradiciones, aspecto, lenguas, hábitos era percibido por la mirada europea como diferente, con una belleza exótica, con costumbres que no lograban entender; aquéllos como el ángel eran segregados en espacios donde podrían realizar sus “milagros”. El conquistador, atraído en primera instancia por su exuberante diferencia procura acercarse a él, al no comprenderlo lo percibe como una amenaza, lo anula e ignora intentando con ello tener un poco de paz.
Sus rituales (“milagros”) son demonizados por la iglesia, la incuria e intolerancia por su credo los catalogaban como actos salvajes, pecaminosos. Así como el padre Gonzaga reconocía su alma eminentemente creada por Dios; sin embargo y de acuerdo a la visión del Padre era menester guiarlos hacia cristianos preceptos.
Por ello, hoy más que nunca, hay que tener la mente abierta y el corazón limpio para acercarse a lo diverso. Una vez encontrado el puente de unión y comunicación será la palabra sabia, respetuosa, la que construya una imagen de hombre nuevo universal, que vaya más allá de convencionalismos como el origen étnico.
Finalmente y a manera de conclusión se quiere dejar al lector con una maravillosa poesía que nos habla sobre la importancia de existir con base en la armonía colectiva pero sobre todo la armonía interior ya que es exactamente lo que donamos a los demás: nuestras flores y nuestros cantos. La carga metafórica de esta poesía es incomparable puesto que nos habla sobre la importancia de reconocer nuestra “raíz”, nuestro origen esencial que va más allá de la raza. Invita pacientemente a hermanarnos con los demás. Al mismo tiempo nos recuerda que “en el más allá” nadie ha comprobado cómo son las cosas, que nadie tiene segundas oportunidades, la vida es ahora y como tal: ¡Existamos aquí! Con la danza, con el verso, demos flores y cantos.

Existamos aquí

¿Tienen raíz, son verdaderos los hombres?
Nadie acabará de entender
lo que es tu riqueza, lo que son tus flores,
¡Inventor de ti mismo!
Sin terminar dejamos las cosas.
Por esto lloro,
me aflijo.
Aquí entrelazo con flores,
a la nobleza, a los amigos.
¡Alegraos!
Nuestra casa común es la tierra.
En el lugar del misterio, allá,
¿También es así?
En verdad no es igual.
Sobre la tierra: flor y canto
¡Existamos aquí!

Ma ye ya nican

¿Yn tlaca′ ye nelli?
Yn ayac ye centlamitehuaz
monecuiltonol, moxochiuh,
¡Moyocoyatzin!
Zan toconcauhtehua.
Ye ica nichoca,
nicnotlamati.
Xochitica ye nican momamalina
yn tecpillotl, yn icniuhyotl.
¡Ma xonahuiyacan!
Yn cenchan: yn tlalticpac.
Quenonamican, ica,
¿No ye yuhcan?
Aya oc no yuhcan.
Yn tlalticpac: xochitl, cuicatl.
¡Ma ye ya nican!


Referencias

· Coelho, Paulo. Manuscript found in Accra (2014) Edit: Harper. Londres Inglaterra
· Garibay, Ángel María. Historia de la literatura náhuatl. (1987) Edit: Porrúa. México DF.
· García Márquez, Gabriel. Cuento: “Un hombre muy viejo con unas alas enormes” (1999) Edit: Norma México.

Referencias electrónicas:
· Montemayor, Carlos. Ensayo: Cara íntima de México (2005) en: www.revistadelauniversidad.unam.mx
Consultado el 16 de abril de 2014
· Montemayor, Carlos. Artículo: La literatura en lenguas indígenas (2005) en: www.jornada.unam.mx
Consultado el 27 de abril de 2014.
· Naranjo Zavala Krishna. Artículo: La literatura en lenguas indígenas (2011) en: www.razonypalabra.org.mx
Consultado el 17 de mayo del 2014
· Máynez Vidal, Pilar. Artículo: Lenguas y literatura indígenas en el México contemporáneo. ELIAC (2007) en:
www.historicas.unam.mx
Consultado el 14 de marzo de 2014.
· Waldman M. Gilda Ensayo: El florecimiento de la literatura indígena (2008) en: www.bibliojuridica.org
Consultado el 14 de mayo del 2014.
· Dar rumbo al corazón
· Flor y canto: Recuerdo del hombre en la Tierra
· Fugacidad universal
· Existamos aquí
(tomadas del sitio)
www.palabravirtual.com

viernes, 15 de agosto de 2014

Creación de un espacio intercultural inspirado en el temazcal tradicional oaxaqueño


Autores: Alfonso J. Aparicio (Antropólogo de la salud y Docente. Investigador) – Boris Aparicio (Estudiante de Arquitectura y Antropología. Investigador).

El presente artículo pertenece a la ponencia que los autores expusieron en el X Congreso Internacional de Arquitectura de Tierra (X CiaTTI 2013) Cuenca de Campos, provincia de Valladolid; publicado en:"Construcción con tierra, Pasado, Presente y Futuro" - Congreso de Arquitectura de Tierra en Cuenca de Campos 2012

Coordinadores: Félix Jové Sandoval. José Luis Sáinz Guerra.
ISBN: 978-84-616-3485-9
D.L.: VA 257-2013
Impreso en España
Abril de 2013
Publicación online.

Todos los derechos reservados. Prohibida la reproducción.

RESUMEN
Las relaciones entre países y culturas a lo largo y ancho del mundo suponen en la actualidad la posibilidad de sumar conocimientos y experiencias provenientes de tradiciones y gentes distintas a las de nuestros lugares de origen.
Queremos reflejar en este trabajo el valor de la interculturalidad desde una aproximación arquitectónica y antropológica, la conjunción de dos culturas materializada en una construcción cargada de simbolismo: el temazcal mesoameriacano. En su origen, significa muchas cosas, una de ellas: la regeneración físico-simbólica de la persona. Se trata de una construcción cupular en tierra, de tamaño variable, que se calienta para producir vapor a partir de agua con plantas. Este baño de vapor tiene efectos de bienestar sobre el cuerpo y sobre los constituyentes no físicos de la persona. Regenera, limpia, desbloquea, hace “morir” una parte del ser y “nacer” otra.
A partir de esas ideas originarias hemos querido construir un espacio parecido en un contexto sociocultural distinto (el nuestro, occidental), con el fin de aprovechar sus ventajas para la salud y para el bienestar físicos. Pero también para provocar, a través de la experiencia, sensaciones variadas que nos permitan regenerar las partes de nuestro interior más afectadas por el estrés de la vida cotidiana en nuestro medio occidental.

PONENCIA

1.- Introducción (aclaraciones, objetivos, métodos…)
Empezaremos comentando e intentando aclarar un aspecto importante: entendemos por “espacio intercultural” el contexto (físico social y cultural) resultante de interacciones de personas pertenecientes a distintas colectividades y tradiciones.
Es necesario que la cultura 1 y la cultura 2 estén en contacto el suficiente tiempo para que surja y se desarrolle la cultura 3. Aquí hablaríamos de una interculturalidad “natural”. Pero entendemos que el hecho de la interculturalidad también nace del deseo, personal o colectivo, de juntar o articular convenciones diferentes. En esta ocasión, la interculturalidad resultante proviene de un plan. Es el caso aquí expuesto y explicado.
Quisimos, pues, articular una convención originaria relacionada con el bienestar y la salud (el baño ritual temazcal) con otra, la nuestra, occidental.
Nos interesamos por este proyecto,
a)    Porque conocíamos previamente el temazcal oaxaqueño así como sus simbolismos, a raíz de varias estancias en Mesoamérica trabajando en un estudio sobre etnomedicinas locales.
b)    Porque, tanto el soporte físico (construcción) como la información asociada tienen (en el temazcal originario) una relación estrecha con la tierra. El temazcal como edificio se suele construir con adobes y, como baño ceremonial, está ligado a la “madre tierra”, pero también al “fuego purificador”, al agua (vapor) y al aire-viento (movimientos del calor y del vapor). En el contexto originario, tierra, agua, fuego y aire tienen la doble visión física (sensorial) y simbólica.
c)    Porque nos pareció (fuera del estricto simbolismo originario) un medio válido y útil en nuestro contexto occidental beneficioso para la salud y bienestar, visto ya como baño culturalmente transformado.
Nuestros objetivos específicos fueron:
a)    Recrear un temazcal oaxaqueño
b)    Articularlo tanto física como simbólicamente con nuestro pensamiento occidental y nuestro concepto del relax y del bienestar
c)    Utilizarlo para el ocio y/o como complemento de la salud
En una conjunción de aspectos culturales diferentes, hay que tener muy en cuenta el respeto de los unos por los otros; de lo contrario, podemos caer en actitudes etnocentristas, desembocando en el colonialismo cultural y el apropiamiento de lo que no nos pertenece.
Nuestro ensayo no pretende reproducir la convención originaria del baño ritual mesoamericano. Se trata de una manera distinta de concebir el bienestar del vapor, combinando elementos tradicionales y étnicos diversos.
Según Clifford Geertz (1990) las culturas sólo pueden-deben ser explicadas por sus protagonistas, es decir, aquéllos que las crean y viven. Por ello, no nos corresponde a nosotros explicar los significados simbólicos locales del baño ritual. Volcar en estas líneas las referencias amplias de los originarios consumiría excesivo espacio y se alejaría del tema específico del trabajo. Algo expondremos, no obstante, pero remitimos al lector a nuestras publicaciones (ver bibliografía):
-    Cultura tradicional de salud y etnomedicina en Mesoamérica
-    La limpia en las etnomedicinas mesoamericanas
-    The limpia in the mesoamerican ethnomedicines
-    El temazcal en la cultura tradicional de salud y en la etnomedicina mesoamericanas
De otros autores, destacamos la obra de Jacques Galinier (ver bibliografía).
Siguiendo a Clifford Geertz (1990), nos corresponde a nosotros explicar nuestro proyecto. Dado que confluyen en él dos disciplinas, la arquitectura y la antropología de la salud, creemos que, sin ánimo de hacer particiones inconexas, es bueno que dediquemos una parte de la explicación al temazcal como construcción y otra al temazcal como baño y sus simbolismos.
En cuanto a los métodos, teníamos que conjugar dos aspectos:
a)    El acercamiento comprensivo al temazcal originario.
b)    El proceso constructivo
La aproximación a la comprensión del temazcal original se hizo a través de la etnografía, método antropológico por excelencia que, junto con la específica OP (observación participante, propia del trabajo de campo) constituyeron las grandes herramientas para indagar y obtener la información sobre el contexto estudiado.
Las estancias previas en Mesoamérica nos permitieron disponer de esa información. En la etnografía, cabe tanto la perspectiva ethic (datos e informaciones obtenidos por procedimientos verificacionistas) como la emic (punto de vista del protagonista de la cultura estudiada, sus relatos de experiencia).
El conocimiento del proceso constructivo nos ayuda a identificar rasgos de las referencias originarias a considerar en el nuevo proyecto. La materialización del mismo la llevamos a cabo, pues, siguiendo orientaciones de ejecución para el uso del adobe así como referencias de informantes sobre la construcción de un temazcal tradicional mesoamericano.

2.- El temazcal físico (la construcción)
El temazcal es el baño de vapor ceremonial-terapéutico de Mesoamérica. De origen prehispánico, se utilizaba principalmente para las parturientas después de dar a luz. La finalidad: limpiar a la mujer de la suciedad (simbólica) y elementos residuales del parto (Aparicio, 2008).
Impulsado como elemento de la cultura maya, fue acogido por el resto de pueblos con que éstos tuvieron contacto, de tal modo que, hoy día, podemos ver referencias por todos los territorios mexicanos, especialmente en Oaxaca y Chiapas1.
Si bien su finalidad se ha mantenido inalterada a lo largo del tiempo, la materialización de este  elemento como recinto cubierto, habitáculo o edificio se nos presenta como una realidad muy diversa.
No existen unas constantes formales que definan cómo es o ha de ser un temazcal. Sin embargo, ya sea en planta circular, cuadrada o rectangular, levantada en más o menos tiempo con piedra, adobe, madera o caña y resuelta su cubrición de un modo u otro, siempre permanecen presentes en la comprensión del temazcal unas condiciones que nos permiten hablar  de una tipología de temazcal. Éstas serían:
a)    Configuración de un único espacio, oscuro.
b)    Con un único acceso, reducido, orientado hacia el Norte2.
c)    Ubicación de una fuente de calor en contacto con piedras de gran inercia térmica (por lo general de origen volcánico, sólamente o en combinación con cantos rodados) que alcanzan y mantienen grandes temperaturas y, al arrojar agua sobre ellas, desprenden el vapor en el interior del temazcal.
d)    Salida de humos procedentes de la combustión.
En nuestro caso, hablamos de un emplazamiento exterior vinculado a una vivienda, en la localidad de Villaconancio de Cerrato (Palencia).

En primer lugar, tuvimos que escoger el sitio y preparar el suelo para la ejecución de una pequeña cimentación en forma de solera. Una vez ejecutada ésta, comenzamos el proceso de construcción con la ofrenda de cacao, tal como señala la tradición mesoamericana3.


Fig. 01. Acto de la ofrenda del cacao. Fuente: Boris Aparicio.

Nosotros hemos optado por la formalización en planta circular, como referencia al torito o la yurte siberiana (Aparicio, 2008).


Como material, hemos empleado la tierra propia del territorio donde se halla emplazado, siguiendo también los consejos de informantes locales. Los muros, cuentan con unos 30 cm de espesor en forma de adobes unidos con mortero de barro y paja.
A nivel estructural, se trata de una falsa cúpula, por aproximación de hiladas, apoyada sobre un tambor cilíndrico. Barajamos otras soluciones para la cubierta pero, por economía de medios así como por sencillez de ejecución, unido a la integridad que supone el hecho de ser un único elemento continuo que se continúa y termina cerrando, elegimos finalmente la opción que hemos señalado.



Fig. 02. Croquis del temazcal tratado. Fuente: Boris Aparicio y Alfonso Aparicio.

Pese a la forma circular, que invita a intuir la ubicación de la fuente de calor en el centro del espacio interior, hemos situado ésta, siguiendo las indicaciones de Dª Norma (Aparicio, 2008), fuera del habitáculo, evitando así la presencia de humo y ceniza sin necesidad de abrir un óculo en la parte superior.
Tenemos por lo tanto un cuerpo sólido de tierra que recuerda a un iglú, con dos aperturas, ambas adinteladas y a ras de suelo. La primera, el acceso (orientado al Norte) y la segunda, enfrentada, una pequeña ruptura de la continuidad de la tierra para la ubicación de las piedras volcánicas a modo de porción de muro practicable (para la sustitución periódica de dichas piedras, 51 concretamente4) que desde fuera recibe el calor del fuego y desde dentro el agua para producir el vapor.
La duración de la ejecución del temazcal fue de 9 días5


Fig. 03 y 04. Secuencia del proceso de construcción del temazcal. Fuente: Boris Aparicio y Alfonso Aparicio.


3.- El temazcal como baño y sus simbolismos.
El temazcal como baño ceremonial en su contexto originario se relaciona directamente con los mundos de creencias y con los modos de entender y atender en salud-bienestar.
Dicho baño viene a ser una “limpia” especial. La “limpia”, nos dicen los locales mesoamericanos, es un procedimiento por el que se eliminan al cliente o paciente “residualidades tóxicas” en el plano físico, en el psíquico, en el emocional, en el “espiritual”, en el “energético” y en otros. Se pueden pasar o frotar determinadas plantas (ramos de pirul, ramos de romero,…) alrededor de la persona; se pueden pasar huevos; se puede sahumar con copal e inciensos diversos; se puede envolver en vapor de cera derretida, etc. Con éstos y otros procedimientos y medios, el “mal” es eliminado.
En el temazcal, visto como tipo especial de “limpia”, la parte negativa de quienes entran, relacionada con las distintas adherencias tóxicas, “muere”. Cuando aquéllos salen, lo hacen como personas nuevas. En las tradiciones ancestrales se compara el temazcal con un gran útero en el que se gestan los cambios para renacer.
El fuego, el agua (vapor), los ramos de plantas para frotarse, los cánticos y rezos del conductor o la conductora de la ceremonia y los movimientos diversos dentro del habitáculo (movimientos del vapor, movimientos interiores de las personas) son los activadores del proceso de transformación.
En el Códice Florentino (Sahagún, 1994) se habla del temazcal como medio de limpieza “especial” de la madre tras el parto. López Austin (1997) señala que en las tradiciones mesoamericanas, la concepción y gestación se veían dentro de las esferas conceptuales de lo pecaminoso. Por ello, cuando la parturienta daba a luz, era conveniente “limpiarla”. El baño ceremonial era el medio indicado para eliminar la “suciedad” simbólica y la física.
Hay relación entre los simbolismos del juego de pelota y el temazcal. Existen restos arqueológicos de temazcales junto a las canchas (sitio de Tenango del Valle de México, el temazcal en este caso de base cuadrada).
Se tienen sensaciones diferentes cuando uno entra en un temazcal operativo de la tradición indígena actual y cuando uno se sienta en la base de lo que fue un temazcal nahua. El contacto con los restos arqueológicos arrastra la imaginación al pasado. La vivencia del vapor ceremonial es una sucesión de sensaciones de desprendimiento y alivio (en palabras de los informantes y según nuestra experiencia).
Al idear nuestra construcción quisimos acercarnos más a experiencias saludables y relajantes que a vivencias y simbolismos amerindios.
En un encuentro intercultural nace un estándar cultural nuevo que tiene parte de las tradiciones que convergen y que a su vez traza rumbos diferentes con esos previos culturales. Cuando la nueva “convención” es resultado de un plan, se impone (se debe imponer) primero el respeto por las culturas que se juntan, y segundo la construcción y definición de la nueva identidad cultural.
Para lo primero ya hemos aclarado que sería un acto etnocentrista subyugar una tradición a otra. Para lo segundo, completar a lo ya dicho que nuestro baño de vapor pretende además de ayudar a crear experiencias saludables (sudoración por la que se eliminan sales residuales, reblandecimiento de tensiones y contracturas musculares, mejora de la movilidad articular, etc), activar la imaginación a través del recogimiento en un espacio reducido y oscuro; o simplemente “desconectar”, por unos momentos, a quien lo experimenta, de problemas, tensiones, ajetreos y estrés (físicos, mentales y emocionales) de la vida diaria.
Después del baño (e incluso durante el mismo) conviene remineralizarse con bebidas isotónicas. En mesoamérica, cuando se sale del temazcal, se suele descansar unos 20 minutos sobre esterillas, cubiertos con una manta, además de tomar un té de hierbas remineralizante. Se trata de un puente de tránsito simbólico y físico. A nivel simbólico, la persona se va uniendo a la “energía” que dirige el espacio de la cotidianeidad. A nivel físico, el cuerpo se adapta a su medio habitual.
Desde nuestra óptica añadiríamos que ese pequeño descanso ayudaría a acomodar al medio la temperatura corporal además de la presión arterial.

4.- Conclusiones.
No nos resultó fácil en un principio casar y articular tradiciones culturales y constructivas mesoamericanas, locales cerrateñas y tecnocientíficas.
A ello hubo que unir la armonización de dos disciplinas diferentes (antropología y arquitectura) con modos de ver distintos. La flexibilidad y el diálogo fueron claves de entendimiento. La confianza y el reparto de tareas también. No obstante, hubo puntos de diferencia que generaron su tensión.
Antropológicamente hablando, valoramos no sólo la interculturalidad resultante de la confluencia de tradiciones diferentes sino también el modo de resolver los problemas y conseguir un resultado con la interdisciplinariedad. En toda novedad hay que idear y ensayar modos y maneras de hacer también nuevas.
Nuestro proyecto despertó desde el principio curiosidad e interés tanto en nuestra tierra como en México. Socioculturalmente hablando, creemos que el trasvase de contenidos entre tradiciones diferentes es enriquecedor, aporta visión de otros ámbitos y contextos del “desarrollo” humano y ayuda a crear experiencias distintas, sobre todo cuando éstas tienen relación con el bienestar. La cerrazón y la falta de tolerancia impiden, a nuestro juicio, que la gente avance en armonía.


La apertura a la interculturalidad enriquece, en nuestra opinión, sobre todo cuando se construye sobre los pilares del respeto y de intercambios no colonizadores.




Fig. 05. Vista exterior del temazcal con los autores del mismo. Fuente: Boris Aparicio 
 


Citas y notas
1.    En otros pueblos amerindios, de Norteamérica, existen las llamadas sueat houses, “casas de sudor”.
2, 3, 4, 5. Según Dª Norma.

Agradecimientos
A la terapeuta de temazcal Dª Norma Yescas (Tutla, Oaxaca) por sus orientaciones. A Adobera del Norte (Amayuelas de Abajo, Palencia) por su asesoramiento, y al resto de nuestros informantes tanto americanos como castellanos.

Bibliografía
APARICIO, Alfonso J.
- “El temazcal en la cultura tradicional de salud y en la etnomedicina mesoamericanas”. En Gaceta de antropología, nº 22, art. 16. Universidad de Granada, 2006.
- Cultura tradicional de salud y etnomedicina en Mesoamérica. Trafford Publishing. Alberta (Canadá), 2008.
APARICIO, Alfonso J., DI LUDOVICO, Francesco.
- La limpia en las etnomedicinas mesoamericanas. Ed. Académica española, 2012.
- The limpia in the mesoamerican ethnomedicines. Bubok Publishing, 2013.
GALINIER, Jacques. La moitié du monde. Le corps et le cosmos dans le rituel des indiens otomi. Presses universitaires de France. Paris, 1997.
GEERTZ, Clifford. La interpretación de las culturas. GEDISA. Barcelona, 1990
HOUBEN, Hugo, GUILLAUD, Hubert. Earth construction. A comprensive guide. ITDG Publishing, 2005.
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